Il 16 settembre scorso l’ONU ha pubblicato il report della Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sui territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est e Israele in cui conclude che a Gaza è stato consentito, commesso e lasciato impunito un genocidio da parte dello Stato d’Israele. Diversamente dai report della Special Rapporteur sulla situazione dei diritti umani nei Territori occupati dal 1967, Francesca Albanese, questo rapporto ONU è nato dal lavoro di ricerca di una Commissione istituita direttamente dal Consiglio dei diritti umani, costuitasi come tale nell’aprile 2021, al fine di indagare le cause ricorrenti del protrarsi di una situazione instabile intorno al territorio della Palestina occupata. Dal 7 ottobre a oggi la Commissione ha già prodotto numerose relazioni sulla situazione umanitaria nei territori attaccati da Israele.
Questo è il primo report, tuttavia, in cui si ufficializza la conclusione che quello che Israele sta perpetrando nei confronti dei palestinesi è un genocidio. Si tratta di una conclusione vincolante per i Paesi che sono parte dell’ONU, che in base alla Convenzione internazionale sul genocidio hanno il dovere di intervenire al fine di prevenirlo e impedirlo, non solo di punirlo a posteriori.
Pubblichiamo di seguito il testo integrale delle Conclusioni e delle raccomandazioni, insieme con il link per scaricare il PDF in italiano del documento.
La lettura di questo documento, fortemente consigliata nella sua interezza, è come riavvolgere il nastro su tutto ciò a cui abbiamo assistito negli ultimi due anni. Una cronaca completa di atti e dichiarazioni, di momenti di orrore e sgomento, di precipizio nella barbarie e strenui tentativi di opporsi a essa.
Conclusioni
- La Commissione conclude, sulla base di motivi ragionevoli, che le autorità israeliane e le forze di sicurezza israeliane hanno commesso e continuano a commettere i seguenti atti di genocidio nei confronti dei palestinesi nella Striscia di Gaza, ovvero (i) uccidere membri del gruppo; (ii) causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo; (iii) l’imposizione al gruppo di condizioni di vita volte a provocarne la distruzione fisica, totale o parziale; e (iv) l’imposizione di misure volte a impedire le nascite all’interno del gruppo.
- Per quanto riguarda l’istigazione al genocidio, la Commissione conclude che il presidente israeliano Isaac Herzog, il primo ministro Benjamin Netanyahu e l’allora ministro della Difesa Yoav Gallant hanno istigato al genocidio e che le autorità israeliane non hanno preso provvedimenti contro di loro per punire tale istigazione. La Commissione non ha valutato in modo completo le dichiarazioni di altri leader politici e militari israeliani, tra cui il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, e ritiene che anche queste dovrebbero essere valutate per determinare se costituiscano incitamento al genocidio.
- Per quanto riguarda il mens rea del genocidio, la Commissione conclude che le dichiarazioni rese dalle autorità israeliane costituiscono una prova diretta dell’intenzione genocida. Inoltre, la Commissione conclude che il modello di comportamento costituisce una prova indiziaria dell’intenzione genocida e che tale intenzione era l’unica conclusione ragionevole che si potesse trarre dalla totalità delle prove. Pertanto, la Commissione conclude che le autorità israeliane e le forze di sicurezza israeliane hanno avuto e continuano ad avere l’intenzione genocida di distruggere, in tutto o in parte, i palestinesi nella Striscia di Gaza.
- La Commissione conclude che lo Stato di Israele è responsabile per non aver impedito il genocidio, per aver commesso genocidio e per non aver punito il genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza.
Raccomandazioni
La Commissione raccomanda al governo di Israele di:
- Porre immediatamente fine al genocidio nella Striscia di Gaza e conformarsi pienamente alle misure provvisorie disposte dalla Corte internazionale di giustizia nelle sue ordinanze del 26 gennaio, 28 marzo e 24 maggio 2024;
- Attuare immediatamente un cessate il fuoco completo e permanente a Gaza e porre fine a tutte le operazioni militari nei territori palestinesi occupati che comportano atti di genocidio;
- Ripristinare, consentire e garantire il libero accesso a tutto il personale delle Nazioni Unite, compreso il personale internazionale dell’UNRWA, e a tutte le agenzie internazionali che coordinano o forniscono aiuti umanitari nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est;
- Porre immediatamente fine alla sua politica di fame e alla distribuzione di aiuti alimentari attraverso la Fondazione umanitaria di Gaza;
- Garantire l’accesso completo e senza ostacoli agli aiuti umanitari su larga scala e attraverso molteplici punti di distribuzione in tutta la Striscia di Gaza, compresi cibo, acqua potabile, attrezzature mediche e medicinali in tutte le zone di Gaza attraverso una risposta umanitaria guidata dall’ONU;
- Consentire, facilitare e garantire l’evacuazione medica senza ostacoli dei palestinesi da Gaza verso paesi terzi;
- Consentire, agevolare e garantire l’accesso senza ostacoli a Gaza alle squadre mediche di emergenza;
- Consentire alla Commissione l’accesso a Israele e al territorio palestinese occupato, compresa Gerusalemme Est, per proseguire le sue indagini;
- Indagare e punire i responsabili di genocidio e incitamento al genocidio contro la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza.
La Commissione raccomanda a tutti gli Stati membri di:
- Utilizzare tutti i mezzi ragionevolmente a loro disposizione per impedire la commissione di genocidio nella Striscia di Gaza;
- Cessare il trasferimento di armi e altre attrezzature o articoli, compreso il carburante per aerei, allo Stato di Israele o a Stati terzi qualora vi siano motivi di sospettare che tali beni possano essere utilizzati in operazioni militari che hanno comportato o potrebbero comportare la commissione di genocidio;
- Garantire che gli individui e le società presenti nei propri territori e sotto la propria giurisdizione non siano coinvolti nella commissione di genocidio, nell’aiuto e nell’assistenza alla commissione di genocidio o nell’istigazione a commettere genocidio, e indagare e perseguire coloro che potrebbero essere implicati in tali crimini ai sensi del diritto internazionale;
- Facilitare le indagini e i procedimenti interni e adottare misure (compresa l’imposizione di sanzioni) nei confronti dello Stato di Israele e delle persone fisiche o giuridiche coinvolte o che facilitano la commissione di genocidio o l’istigazione al genocidio;
- Cooperare con le indagini dell’Ufficio del Procuratore della Corte penale internazionale
La Commissione raccomanda al Procuratore della Corte penale internazionale di:
- Esaminare, nell’ambito delle indagini in corso sulla situazione nello Stato di Palestina, il reato di genocidio ai fini della modifica dei mandati di arresto esistenti e dell’aggiunta di futuri mandati di arresto;
- Esaminare il coinvolgimento dei funzionari citati nella presente relazione per includerli tra i principali responsabili dei crimini internazionali commessi nel territorio palestinese occupato.
CREDITI FOTO: © Liri Agami/ZUMA Press Wire via ANSA. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu interviene all’Assemblea generale delle Nazioni Unite durante il dibattito generale dell’80ª sessione (UNGA 80) presso la sede delle Nazioni Unite.
