Fra i tanti interventi che si sono susseguiti dal palco della manifestazione del 5 aprile contro il riarmo europeo – puoi leggere qui il nostro reportage – quello di Elisa Sermarini della Rete dei Numeri Pari è stato fra i più ricchi e interessanti. Lo pubblichiamo con il gentile consenso dell’autrice.

Come realtà sociali, associazioni, movimenti per il diritto all’abitare, cooperative sociali, comitati per la difesa dei beni comuni, case del popolo, delle donne e della solidarietà, sindacati, cooperative sociali e gruppi di ecoattivisti/e iscritte alla Rete dei Numeri Pari siamo felici di essere qui oggi, è la piazza in cui stare e ringraziamo chi ha lavorato per dare voce a tante e tanti su in tema del quale si parla poco e male.

Cosa fa il Governo
Siamo qui perché riteniamo inaccettabile che si spendano 800 miliardi per un piano di riarmo mentre nel nostro Paese il Governo:

taglia il fondo politiche sociali e cancella il reddito di Cittadinanza quando la povertà è ai massimi storici;
elimina il fondo per la morosità incolpevole, il contributo all’affitto e svende il patrimonio pubblico lasciando che centinaia di migliaia di famiglie vittime di morosità incolpevole finiscano in strada;
taglia i fondi alla sanità pubblica favorendo le privatizzazioni e ignorando 4 milioni di persone che non possono più curarsi;
restringe le garanzie per la sicurezza sul lavoro e contro la precarietà;
drena risorse dall’istruzione pubblica verso quella privata quando tra le generazioni in età formativa la dispersione scolastica è al 12.7%, con picchi fino al 19% al Sud;
chiude i consultori e i centri antiviolenza quando viene uccisa una donna ogni 2 giorni;
non fa nulla per limitare gli effetti del collasso climatico e si oppone alla riconversione ecologica delle attività produttive, utilizzando i fondi del PNRR per inutili e dannose opere pubbliche mentre siamo tra i Paesi più colpiti da eventi meteorologici estremi.

Criminalizzare il dissenso
Il Governo ignora i nostri bisogni ma criminalizza la solidarietà, mentre silenzia e reprime dissenso e partecipazione dei cittadini e delle cittadine con un decreto legge sicurezza che si beffa del Parlamento e mostra tutto il suo disprezzo nei confronti della democrazia e nei confronti del quale continueremo a batterci insieme a tutta la Rete A pieno regime con cui eravamo in piazza ieri in molte città anche a prendere le mazzate per difendere il nostro dovere a proteggere i nostri territori e i nostri diritti. Ora sta al presidente Mattarella e gli chiediamo di aiutarci perché altrimenti faremo un salto nel buio per la nostra democrazia [il Presidente Mattarella ha firmato il Decreto Sicurezza venerdì 11 aprile, ndr].

La Commissione Von Der Leyen e il Governo Meloni pretendono di convincerci che la nostra sicurezza dipenda dall’acquisto di 800 miliardi di euro di armi. Quello che serve è la sicurezza sociale non le bombe!

L’Europa la difende chi vuole promuovere un altro modello economico in grado di garantire ovunque i princìpi per i quali si sono battute le madri e i padri fondatori del continente unito.

Il movimento 5 Stelle lo sa ma lo diciamo chiaramente da qui: per noi l’unico kit di sopravvivenza che l’Europa deve garantirci è quello composto dal diritto al reddito di base, a servizi sociali di qualità, all’abitare, al salario minimo e al lavoro dignitoso, all’accoglienza, dalla lotta alle mafie e dalla riconversione ecologica delle attività produttive e della filiera energetica.
Solo così si costruisce un’economia di pace in grado di garantire una vita dignitosa a tutte e tutti
e ri-esistere insieme!

Il tradimento dell’Europa
Il piano di riarmo europeo non solo non risponde alle nostre necessità ma tradisce le ragioni stesse alla base dell’esistenza dell’Europa: mai più guerre, mai più fascismi, mai più nessuno senza diritti. Di questa prospettiva oggi non c’è traccia. Quello che resta è l’Europa Nazione. Ma esiste anche un’altra Europa fatta di solidarietà, mutualismo, cooperazione, fondata sui pilastri sociali europei puntando ai diritti e alle responsabilità dei cittadini e cittadine.

Penso all’alleanza dei movimenti che in tutta Europa hanno lanciato la campagna “Stop ReArm” del quale siamo parte anche noi e penso alla sentenza della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo dello scorso 30 gennaio che condanna l’Italia in merito alle vicende della Terra dei fuochi in Campania.

Questo ha dimostrato che non solo avevamo ragione – e non ce ne facciamo niente – ma soprattutto che siamo gli unici soggetti che, avendo studiato fuori dal modello liberista, non ci siamo arresi nel voler rimettere insieme il diritto al lavoro e alla salute innovando e producendo nuove idee e proposte.

Oggi sono proprio i comitati che lavorano all’interno dei conflitti ecologico-distributivi gli unici a reclamare e costruire democrazia mettendo insieme giustizia sociale, ambientale ed ecologica. Persone che non si sono mai arrese e hanno tenuto la schiena dritta anche senza avere spazio nelle televisioni, sui giornali o ascolto dalla politica. La speranza è lì, esistono e sono l’Italia migliore! Noi siamo questa cosa qui!

Le forze politiche diano voce e spazio a questi soggetti, stando meno sui social e di più sui territori nella vita reale delle persone che si impegnano contro le ingiustizie e per costruire un mondo diverso.

Dopo i palchi, serve un’alleanza sociale
Siamo consapevoli che viviamo in un epoca di crisi strutturale e sistemica e che la soluzione deve essere collettiva.

La politica ci è arrivata tardi ma noi movimenti, società in movimento, siamo già disponibili e pronti a un’alleanza sociale, politica e sindacale su questi contenuti.

Perché le destre si mandano a casa quando si hanno proposte alternative valide in grado di mobilitare i cittadini e le cittadine facendo egemonia culturale.

A noi non interessa sostituire un Governo con un altro che riproporrà poi le stesse politiche. Questa è l’alleanza che vi proponiamo perché a noi interessa cosa si fa una volta scesi da questo palco. Chiudo dicendo che sentiamo spesso ultimamente lo strepito del nulla che accusa noi movimenti sociali di non fare gli interessi del nostro Paese e di essere antipatriottiche e antipatriottici.

A queste persone, le stesse che hanno svenduto l’Italia e impoverito milioni di persone, diciamo che Madre Terra è la nostra casa, e la nostra Patria è il mondo intero.


Puoi leggere chi è e cosa fa la Rete dei Numeri Pari a questo link.
L’immagine di copertina è tratta dal video della trasmissione trasmesso sui canali YouTube del Movimento 5 Stelle.

Se hai apprezzato questo articolo o ti è parso interessante, sostieni il nostro lavoro con un contributo libero. Grazie!
Lascia una risposta